Buongiorno Francesco, siamo nuovamente qui a parlare di digitale. Il concetto di "sfere di incertezza" è molto interessante, ma ritieni che sia compreso e accettato dai nuovi utenti digitali in odontoiatria?
Non penso sia una questione di accettazione, quanto piuttosto di conoscenza. Non si tratta di un'opinione, ma di un dato di fatto. Credo che molti non abbiano ancora una piena consapevolezza del concetto. Tutti sappiamo che un errore iniziale può compromettere il risultato finale, sia nei flussi analogici che digitali: un'impronta sbagliata porta a un lavoro sbagliato. Tuttavia, oggi tendiamo a vedere ogni fase come separata. Se acquisto un ottimo scanner, mi aspetto risultati eccellenti senza considerare che la tecnica di scansione, il supporto dell’assistente e tutto il flusso produttivo in laboratorio possono aggiungere errori a quelli già commessi dal clinico.
La tua sembra una visione pessimistica dei processi digitali. Ritieni che il digitale sia peggiore rispetto all’analogico?
Non direi che il digitale sia peggiore o migliore, è semplicemente diverso. Offre molti vantaggi, come quelli economici, la comunicazione con il paziente, il risparmio di tempo, l’uso di materiali differenti e la possibilità di riprodurre infinite volte lo stesso dispositivo medico. Ha molti aspetti migliori e altri meno, ma la selezione naturale dei prodotti e delle procedure sta decretando il flusso digitale o ibrido come vincente.
ScanTransfer è un flusso digitale ibrido?
Esattamente, è una soluzione ibrida che integra caratteristiche analogiche in un flusso digitale, con sistemi di verifica indipendenti e svincolati tra loro. ScanTransfer è una procedura che non può essere ignorata oggi, così come non si può ignorare la correzione delle aberrazioni luminose sugli scanbody classici. Non possiamo più permetterci di nascondere i problemi protesici dietro ai marchi aziendali quando abbiamo delle soluzioni a portata di mano.
Ritieni che manchi della formazione specifica per i flussi digitali?
Oggi c'è molta offerta di formazione e informazione, ma spesso di scarsa qualità. Gridare è diventato la norma e chi ascolta tende a proteggersi, incapace di filtrare il rumore. Questo vale per la formazione, i corsi e i congressi. Non possiamo collezionare strumenti sperando che risolvano i nostri problemi. Gli strumenti sono estensioni del nostro sapere e ingranaggi delle procedure adottate. “Siamo” protesisti, non marchi e prodotti aziendali. Non nascondiamo quello che siamo dietro ciò che possediamo.
Quindi? Facciamo protesi?
Sì, facciamo protesi, belle protesi come noi italiani sappiamo fare meglio di tanti. E facciamo cure, cure di qualità come sappiamo di poter fare.