INTRODUZIONE
Con la presentazione del caso clinico che andiamo a descrivere viene illustrato il protocollo ScanSke, che consente di riabilitare in percorso 100% digitale tutti i pazienti che devono ricevere una riabilitazione full-arch a carico immediato su impianti dentali. Uno dei maggiori problemi da affrontare quando si effettuano questo tipo di riabilitazioni con approccio digitale è quello di registrare in maniera precisa, semplice e predicibile l’occlusione del paziente. Se nei protocolli tradizionali eseguiti in flusso analogico, è il clinico che deve registrare in maniera piuttosto empirica l’occlusione del paziente mediante reperi cutanei e interposizione di un vallo in cera, con il protocollo ScanSke apportiamo un innovativo vantaggio: registrando digitalmente l’occlusione del paziente prima dell’atto chirurgico.
METODO
Il caso clinico preso in esame vede una paziente donna di anni 68, razza caucasica, ASA I, portatrice di due protesi mobili totali superiore e inferiore, di cui la prima incongrua per costruzione, e la seconda instabile.
La paziente chiede di poter masticare e sorridere senza imbarazzo e difficoltà (Fig.1 a, b).


Analizzato il caso e le sue possibili soluzioni, la paziente ha scelto in primo step, una soluzione ibrida che vede la realizzazione di una nuova protesi totale mobile in arcata superiore e una protesi full-arch fissa su impianti a carico immediato in mandibola, realizzata con protocollo ScanSke (Fig. 2).

Allo scopo viene realizzata una nuova protesi totale mobile superiore e viene riadattata al nuovo piano occlusale la protesi mobile totale inferiore. La nuova protesi, funzionalizzata per un mese e costruita secondo i principi e i canoni protocollati per la realizzazione delle protesi mobili totali, tiene conto dei corretti rapporti inter-arcata, dei piani di Camper e bipupillare e di un corretto equilibrio neuro muscolare dei temporali e masseteri dei due lati, valutati grazie all’elettromiografia di superficie (Fig. 3 a, b).

Da questa fase in avanti si entra nel vivo del protocollo ScanSke. Prima della sessione chirurgica, in cui vengono posizionati gli impianti dentali che sosterranno la nuova protesi provvisoria a carico immediato, si posizionano nei settori posteriori dell’arcata da riabilitare due innovativi scanbody scheletrici, chiamati ScanSke (Fig. 4 a, b), sostenuti da due mini-impianti fissi nell’osso (Fig. 4 c). Si procede subito dopo con la rilevazione delle impronte digitali mediante uno scanner intraorale delle due arcate e dell’occlusione della paziente in massima intercuspidazione (Fig. 5).






A questo punto inizia la sessione chirurgica vera e propria in cui, rimossa la protesi mobile inferiore, si posizionano 4 impianti dentali (in questo caso in chirurgia orientata) sui quali vengono avvitati i MUA. Durante l’intero atto chirurgico, gli ScanSke rimangono nei settori posteriori della bocca e saranno proprio questi a fornire l’informazione necessaria per poter costruire la nuova protesi fissa su impianti nel corretto spazio inter-arcata della paziente (Fig.6). Eseguita la sutura, si posizionano gli scanbody implantari e si esegue una scansione post-chirurgica che rileva sia gli ScanSke che gli scanbody implantari appena inseriti. Per migliorare l’accuratezza della scansione e facilitare il flusso di scansione in una cresta edentula sanguinante, gli scanbody implantari vengono solidarizzati mediante una dima di scansione (Fig. 7 a, b). Per fornire al laboratorio ulteriori informazioni, viene anche eseguita una successiva scansione della mucosa su cui poggerà la nuova protesi (Fig. 7c). Grazie alle scansioni rilevate, sia quella pre-chirurgica che quelle post chirurgiche, con gli ScanSke sempre fissi e immutati nella loro posizione, il tecnico di laboratorio riceve in remoto i files .stl delle tre scansioni intraorali, ed esegue la sovrapposizione delle stesse, ritrovandosi nell’articolatore digitale le arcate dentali nel corretto rapporto spaziale (Fig. 8), ottenuto grazie alla posizione immutata degli ScanSke e nello spazio protesico così ottenuto, progetta e realizza (in flusso 100% CAD/CAM) la protesi fissa nel rispetto dell’occlusione abituale della paziente (Fig. 9, 10, 11).











Un altro importante vantaggio di questo protocollo 100% digitale, è che la protesi realizzata in flusso CAD/CAM risulta sempre passiva sui MUA implantari, grazie alla accuratezza delle scansioni pre e intra operatorie. La protesi, inoltre, è dotata di una rigida sottostruttura in titanio monoblocco che garantisce il necessario splintaggio ortopedico, che numerosi studi di letteratura indicano come necessario per poter raggiungere con maggiore predicibilità l’osteo integrazione degli impianti (Fig.12).

CONCLUSIONI
Il protocollo ScanSke, oltre che nei pazienti totalmente edentuli, può essere eseguito anche nei pazienti in dentizione terminale, da rendere edentuli intra-operatoriamente. Permette il posizionamento degli impianti in chirurgia a mano libera, in chirurgia guidata statica e in chirurgia guidata dinamica. In sintesi, il protocollo ScanSke consente di registrare in flusso 100% CAD/CAM l’occlusione abituale del paziente e la posizione degli impianti dentali in un unico step operativo, grazie agli scanbody scheletrici; di realizzare una protesi che non richiede di essere passivata in bocca a fine intervento e risulta più resistente (a differenza di altri metodi in cui la protesi viene prefabbricata prima dell’atto chirurgico e che necessariamente viene passivata con la resina, intercalata nelle torrette implantari); un altro vantaggio è quello di liberare il paziente dal disagio di dover ricevere impronte con gesso o altri materiali da impronta a fine seduta.