Microbiota orale, parodontite e neuroinfiammazione
Immagine di un microbiota generico
La malattia parodontale può diventare causa di neuroinfiammazione ed essere implicata nella fisiopatologia di varie malattie neurodegenerative, inclusa la malattia di Alzheimer.

 

È la conclusione cui è arrivata uno studio condotto dalla Forsyth Institute e della Boston University, pubblicato dal Journal of Neuroinflammation. I ricercatori hanno indagato il coinvolgimento della microglia, la prima linea di difesa del cervello, come risposta all’infiammazione legata ai batteri della parodontite.

 

Microglia, microbiota e parodontite

La microglia rappresenta la popolazione di fagociti mononucleati residenti all’interno del sistema nervoso centrale. Condivide caratteristiche fenotipiche e funzionali con i macrofagi ed è essenziale per la risposta immunitaria e infiammatoria del cervello, costituisce la prima linea di difesa nel cervello e avvia la risposta infiammatoria nel momento in cui vengono rilevati eventuali segnali di pericolo rappresentati da stimoli o detriti infettivi. Gli scienziati hanno scoperto che le cellule della microglia, quando vengono esposte ai batteri orali, si sovrastimolano. La malattia gengivale provoca lesioni che consentono ai batteri della bocca di entrare nel flusso sanguigno, attraversare la barriera ematoencefalica e stimolare le cellule della microglia del cervello. Negli animali da laboratorio con parodontite, il team di ricercatori ha monitorato la progressione della malattia, confermando che i batteri viaggiano fino al cervello.

 

Parodontite e batteri coinvolti nella neuroinfiammazione

La parodontite inizia a causa della disbiosi del microbioma della cavità orale e si traduce in infiammazione locale, contribuendo infine all’infiammazione sistemica cronica o all’accesso diretto dei microbi orali al sistema nervoso centrale attraverso la circolazione sistemica. La parodontite è associata a malattie neurodegenerative e processi neuroinfiammatori attraverso l’azione di mediatori circolanti rilasciati da diverse specie batteriche. Ad esempio alcune specie di Treponema associate a parodontite e il lipopolisaccaride associato a Porphyromonas gingivalis sono stati rilevati nel cervello dei pazienti con Alzheimer. Il team ha isolato, poi, le cellule della microglia e le ha esposte ai batteri orali. L’esposizione stimolava queste cellule e attivava la neuroinfiammazione, con cambiamenti che erano compatibili alle placche amilodi.

Lo studio ha dimostrato che la malattia parodontale ha indotto l’attivazione delle cellule microgliali a più livelli. I microrganismi associati alla malattia parodontale hanno stimolato direttamente le cellule microgliali attraverso il legame con TLR2 e TLR9, aumentando l’espressione di citochine infiammatorie e la fagocitosi di Aβ42, anche attraverso l’attivazione di NF-κB che aumenta l’espressione di citochine pro-infiammatorie e MSR1. Inoltre, l’MSR1 espresso dalla fagocitosi cellulare di Aβ42 mediata dalla microglia dimostra l’impatto dell’infezione parodontale sulle cellule microgliali del cervello, mediata dalla microglia attivata di Aβ42 dimostra l’impatto dell’infezione parodontale sulle cellule microgliali cerebrali, che possono contribuire all’inizio e alla progressione della neuroinfiammazione nei processi neurodegenerativi.

 

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Fonte: Journal of Neuroinflammation

 

 

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